Cinema Sardo 2017
Sabato 13 Maggio 2017 dalle ore 16:30 - Cinema Trevi
Incontro con il Cinema Sardo a Roma
Continuano anche per il 2017 gli incontri dell’Associazione Il Gremio di Roma al Cinema Trevi, in collaborazione con Cineteca Nazionale, Fasi (Federazione delle Associazioni Sarde in Italia) e Cineteca Sarda.
ore 17. 00 Natura e poesia nella Tuscia falisca di Francesco Madonna (2015, 23’)
Le valli con le grotte abitate dagli anacoreti, le forre, in un percorso che ci guiderà in siti etruschi e falisci ancora poco conosciuti. Luoghi che hanno una storia antica come testimoniano le tracce della presenza di uomini preistorici tra i primi abitanti delle valli, documentate dalle esplorazioni e dai ritrovamenti dell’Archeologo Ugo Rellini nel 1920, i successivi pagi falisci utilizzati in seguito, fin dal 4° secolo dagli anacoreti provenienti dalla Siria e dalla Palestina in cerca di luoghi di meditazione. Questi panorami selvaggi e paesaggi fiabeschi, ancora oggi incontaminati, furono cari a molti viaggiatori del Gran Tour e affascinarono artisti e poeti come Orazio, Goethe, Corot, e Massimo D’Azeglio. Sentieri attraversati da corsi d’acqua e improvvise cascate. La valle Suppentonia con la Basilica di Sant’Elia edificata sui resti dell’antico tempio di Diana e del primo oratorio pre-benedettino. Immersi in questi paesaggi a circa 30 minuti da Roma, questi siti con piccoli borghi medievali, edificati su resti di antichi insediamenti, chiamano visitatori e ospiti speciali , amanti del silenzio e della natura , in un luogo rimasto intatto da sempre.(S. Caratelli, F. Madonna).
a seguire Aligi Sassu e la Sardegna di Alejandro Macchi (2016, 25’)
Documentario dedicato interamente alla vita del pittore, è un significativo riconoscimento del legame indissolubile tra l’artista e la nostra Isola, la sua isola.
a seguire Senza lasciare Traccia di Gianclaudio Cappai (2016, 93’)
Bruno (Michele Riondino) è un uomo di oggi che vuole venire a capo di una psicosi di ieri che lo sta lentamente bruciando dal di dentro. Approfittando di un viaggio di lavoro proposto a sua moglie, Bruno si ritrova catapultato in un luogo che ha sempre cercato di dimenticare: una fornace in disuso da cui pian piano fuoriesce tutto il veleno di un oscuro passato. Se le immagini sonore e visive fabbricano un flusso emotivo speciale, una polifonia di sguardi, tempi e movimenti che aprono all’immaginazione, allora siamo nei territori incandescenti del cinema moderno più libertario. La prova è in questo noir rurale di Gianclaudio Cappai, “Senza Lasciare Traccia”, tra vendette e rimozioni psicosomatiche, fornaci dantesche, affreschi da restaurare, indelebili traumi infantili. E come succede di fronte a ogni cult movie: attenzione! Queste sono immagini pericolose. (Roberto Silvestri)
ore 20.00 Incontro moderato da Antonio Maria Masia con Gianclaudio Cappai, Maria Antonietta Fenu, Demetrio Loricchio, Alejandro Macchi, Francesco Madonna, Bruno Roberti.
a seguire Purchè lo senta sepolto di Gianclaudio Cappai (2006, 18’ )
Sullo sfondo di una natura latente e stagnante, Samuele, un bambino disorientato dal lutto paterno, cerca di sperimentare un disperato riavvicinamento al padre. Lo asseconda Fabrizio, un uomo che tutti i giorni gli procura gli animali morti necessari allo scopo. Samuele si illuderà di rimanere meno solo. Grande coraggio e originalità nel trattare il tema della solitudine e dell'abbandono. Cappai usa toni forti, a tratti grezzi, per mettere in scena un grumo contorto di poesia, raggiungendo anche momenti di alto lirismo.” (Franco Piavoli)
a seguire So che c’è un uomo di Gianclaudio Cappai (2009, 32’)
Una famiglia vive abbandonata tra campagne arse dal sole. Uniti e sradicati, forti di una tensione devastante, pare che la vita sia un ascesso da estirpare, tra battaglie di galli, litigi, sudore che cola, affetto disperato. Cercano una soluzione e, forse, la trovano nel sacrificio abramico. Il film di Cappai ha una tensione folle, simile ad un’ esperienza di vita estrema. Racconta, con uno stile personalissimo ed un’ icastica irruenza di immagini, un mondo ai margini, che tuttavia ci terrorizza per quanto è vicino, rasente al nostro. (Bruno Roberti)