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Il Gremio dei Sardi

Lettera a Eugenio Scalfari

 

Abbiamo ricevuto e pubblichiamo la lettera indirizzata dalla nostra socia Paola Mameli al fondatore di Repubblica, Eugenio Scalari.

Condividiamo tutte le domande di Paola  e le  sue preoccupazioni per lo stato di gravissima crisi economica e sociale  del Sulcis ed in generale della Sardegna.

E rimaniamo in attesa delle risposte del grande gironalista...se ci saranno.

 

Antonio Maria Masia

Presidente Il Gremio

 

 

 

Gentile Dott. Scalfari,


ho avuto modo di ascoltare l’intervista rilasciata da lei a Fabio Fazio nella trasmissione “Che tempo che fa”.
Alla domanda: “perché gli italiani non pagano le tasse?”, lei  ha risposto: “uno dei motivi per cui gli italiani (almeno in gran parte) non pagano le tasse è perché non credono più nello Stato e si dimostrano, così, furbi, ma poco intelligenti”. Secondo me lei ha ragione,  ma fino a un certo punto.
Vorrei dimostrarle perché, secondo me, alcuni italiani non credono più nello Stato, prendendo ad esempio la realtà del Sulcis Iglesiente, posto nella costa sud occidentale della Sardegna, una vasta area industrializzata ora investita da una  depressione economica che ha raggiunto livelli drammatici.
Di seguito le riporto il resoconto di una delle tante proteste degli operai dell’Alcoa, ennesima fabbrica in dissolvimento della Sardegna: 
“Interruzione di pubblico servizio: questa l'accusa mossa a 31 operai dello stabilimento dell'Alcoa di Portovesme. I lavoratori erano stati identificati e denunciati dalla Digos per la manifestazione all'aeroporto di Cagliari Elmas, lo scorso 29 gennaio 2010. Erano state occupate le piste e lo scalo bloccato. Un blitz estremo all'interno della lotta che gli operai portano avanti da anni nel tentativo di impedire la chiusura degli impianti. Dopo quei fatti i lavoratori erano stati identificati e ora la Procura ha chiuso le indagini. Dovranno comparire davanti al giudice il 20 maggio 2014” ( Unione Sarda del 19 ottobre 2012).
Il dramma coinvolge tutto il territorio della neonata provincia di Carbonia Iglesias, diventata famosa per essere la Provincia più povera d’Italia e luogo dove, purtroppo,  sono nata e dove ora risiede ora la mia famiglia.
Solo con la crisi di questi ultimi anni sono stati licenziati 8.000 lavoratori.
Intere famiglie sono finite sul lastrico a causa della chiusura di diverse altre fabbriche e dell’indotto e numerosi sono i casi umani di disperazione e miseria. Una vera catastrofe.
Ora, per “contestare” in parte la sua affermazione Le chiedo: di quale Stato si parla quando Lei dice che gli italiani non pagano le tasse, perché non credono più nello Stato?
Una risposta riusciamo a darla nel Sulcis: qui non crediamo nello Stato perché in questa realtà lo Stato non è mai esistito.
Siamo donne e uomini che hanno fatto l’Italia come tutti gli altri, o siamo solo una classe operaia di seri B?
Siamo forse merce di scambio che viene comprata dalla classe politica in prossimità delle elezioni e poi scaricata subito dopo perché si vuole fare ciò che si vuole dopo essere stati eletti? Lo Stato dov’è?
Gentile Dott. Scalfari, io rispetto la sua onestà intellettuale e la sua saggezza, ma lo Stato in questo caso non dovrebbe forse dare un segno della propria esistenza? Oppure è sufficiente, secondo lei, dire: “faremo il possibile”, “non dipende da noi”, “ è una crisi internazionale”, e così via?
Vantiamo un diritto sacrosanto, quello del lavoro che la Costituzione tutela in primo  luogo.
Ci negano il diritto al lavoro. La cassa integrazione non è sufficiente e in breve tempo porta le persone alla frustrazione e all’indigenza.
Non dovrebbe lo Stato intervenire per salvare quelle fabbriche che producono e sono ancora competitivo in tutto il mondo? Inquinano, certo,  ma per intere famiglie sono l’unica opportunità di sopravvivenza.
Nonostante la sicurezza sul lavoro non sia tutelata nel migliore dei modi, e con la speranza che ciò venga attuata nel migliore dei modi, anche perché parliamo di una parte della Sardegna con un territorio caratteristico proprio per le bellezze naturali e paesaggistiche.
L’Alcoa ha già inquinato il nostro territorio e il corpo di molti operai, ha lucrato, e ora scappa col bottino già investito nelle banche americane.  Lo Stato non vede?
I nostri progetti di sviluppo sono sempre stati bocciati dalla classe dirigente, gli sprechi denunciati e poi archiviati dalle autorità di controllo (vedi l’allegata intervista dell’attuale Presidente della Provincia, Salvatore Cherchi che fornisce le prove di tutto ciò).
Ora, esiste un nuovo progetto che è il Piano per il Sulcis. Viene dalla politica, da una parte della politica condivisa, almeno a parole, da tutte o quasi le forze politiche locali. Si tratta di una proposta seria che dà allo Stato l’occasione per darsi una scossa e riprendere vitalità anche se   non risolve il problema attuale di emergenza sociale.
Lei che ha il potere di far sentire la sua voce attraverso la sua autorevole penna e i media potrebbe aiutarci a diffondere la nostra richiesta di aiuto, se poi nelle sue risposte c’è una soluzione ai nostri problemi tanto meglio.
L’attenzione dei media è ora rivolta alla politica che deve nuovamente presentare i propri candidati. Ma qui nel Sulcis si muore. Si muore di fame.
Berlusconi nell’ultima campagna elettorale per le elezione nella Regione Sardegna con il suo candidato in sardo (ora attuale Presidente della Regione Sardegna) è venuto nel Sulcis  e ha promesso agli operai dell’Alcoa che avrebbe chiamato il suo amico Putin il quale a sua volta avrebbe inviato i suoi amici (russi) imprenditori  per rilevare l’Alcoa.
Gli operai dell’Alcoa, ormai ex, stanno ancora aspettando gli amici di  Putin amico di Berlusconi.
Nel Sulcis, e dico purtroppo, non si parla più di politica: si parla di proposte per uscire dalla crisi che ha colpito un’intera provincia. La Regione da sola non ce la può fare. Ci sono in Sardegna anche altre realtà drammatiche, tra i pastori, i commercianti, gli artigiani. Una proporzione di disoccupati altissima in proporzione al nostro esiguo numero di abitanti.

Nel ringraziarla per un’eventuale risposta le invio cordiali saluti

Paola Mameli
Cagliari,  22 Ottobre 2012


 

Lontano da dove

Dal 13 al 29 novembre 2012, l’Associazione dei sardi di Roma “IL GREMIO”, è  lieta di presentarVi


“Lontano da dove”

uno sguardo sulla scena artistica sarda contemporanea

a cura di Maria Rosa Sossai



La Mostra, organizzata dal Gruppo Giovani del Gremio,  sarà ospitata presso il Museo MACRO di Roma, negli spazi de La Pelanda, Piazza Orazio Giustiniani, 4

Si tratta di un’esposizione collettiva di otto giovani artisti, nati in Sardegna e che testimoniano la vivacità e la continuità della produzione artistica dell’isola, a sessantadue anni di distanza da La mostra d’arte moderna della Sardegna allestita negli spazi della Galleria d’arte moderna di Roma nel 1950.

Da Giuseppe Biasi, Remo Branca, Francesco Ciusa, Mario Delitala, Stanis Dessy, Maria Lai, Marius Ledda, Libero Meledina, Melchiorre Melis, Federico Melis, Pino Melis, Antonio Mura, Bernardino Palazzi, Aligi Sassu, Giuseppe Silecchia, Costantino Spada, Eugenio Tavolara, solo per citarne alcuni artisti di quella mitica Mostra,  agli artisti di oggi AZ.Namusn.Art, Giulia Casula, Cristian Chironi, Marco Lampis, Pietro Mele, StefanoSerusi, Carlo Spiga, Rachele Sotgiu.

La poetessa Antonella Anedda produrrà un lavoro pensato appositamente per l’occasione.

Le opere appartengono a generi espressivi diversi: si va dalle foto ai video, passando per  installazioni sonore e dipinti, fino ad arrivare a performance e sculture.

L’inaugurazione della mostra è per il 13 Novembre alle ore 18:00 presso la Pelanda del Museo MACRO di Roma, Piazza Orazio Giustiniani, 4.

Seguirà un drink.

Ingresso gratuito.

 


 

 

Le socie, i soci, gli amici del Gremio sono INVITATI a partecipare numerosi.

Vi preghiamo  di DIFFONDERE fra amici, parenti e conoscenti l’importante e meritevole iniziativa del  Gruppo Giovani a favore dei giovani artisti sardi contemporanei.

In allegato la locandina, con l’indicazione degli orari d’ingresso (dalle ore 16 alle ore 22 da martedì a domenica) , che rimane gratuito per tutto il periodo della Mostra.

Grazie e al piacere di incontrarci per l’occasione.

Il Gremio

Il Presidente, Antonio Maria Masia

Per il Gruppo Giovani, Gian Mario Cossu

 

 

l'isola che c'è

 

 

Carissimi ,

ecco il programma DEFINITIVO, con i capitoli di una “storia” di incontri, relazioni, dibattiti, divertimento, spettacoli  etc.. che dura  tre giorni  e che spetta ad ognuno di noi scrivere: PARTECIPANDO.

Vi aspettiamo  numerosi dal 26 al 28 ottobre in Piazza Risorgimento e Vi preghiamo di far girare l’invito con ogni mezzo. Grazie

A presto

Il Gremio


L’Associazione dei Sardi “IL GREMIO” e la GIA Comunicazione di Giorgio Ariu presentano:

“ L’ISOLA CHE C’E’ – Sardegna incontra Roma -  2012 “

Programma Culturale all’interno dell’Area Ospitalità.

Coordinano Giorgio Ariu  e Antonio Maria Masia


Venerdì 26 ore 16

Inaugurazione  alla presenza del Sindaco di Roma (o suo delegato) e della Consigliera On.Gemma Azuni


Venerdì 26 ore 16

- “L'Isola nell'anima” - Islas que cantan – con il soprano paraguayano Cristina Vera Diaz e il Coro Gavino Gabriel di Tempio: i canti religiosi della Sardegna (con inediti del musicista Gianluca Muggianu).


Venerdì 26 ore 17,30

- Proiezione del documentario Ortuabis di Vincenzo Rodi, Primo Premio Festival internazionale del Cortometraggio Botanico: le orchidee della Sardegna, un viaggio fra le bellezze floreali dell’Isola.


Venerdì 26 ore 18,30

- In viaggio con i Silenzi delle acque trasportati dalla magia del Trenino Verde:  un viaggio con Giorgio Ariu attraverso una Sardegna mai vista.


A seguire degustazione dei Vini di Sardegna


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Sabato 27 ore 15

- Sardegna e Paraguay: due popoli si confrontano nel canto, con il Coro Gavino Gabriel e Cristina Vera Diaz (canta anche in lingua logudorese testi dei poeti Giovanni Chessa di Torpè e Antonio Coloru di Ozieri).


Sabato 27 ore 16,30

- Convegno dibattito sulla Continuità Territoriale con l'assessore ai Trasporti della Regione Sardegna Cristian Solinas, gli on.li Mauro Pili e Francesco Sanna, la Consigliera al Comune di Roma Gemma Azuni, il difensore civico alla Provincia di Roma  Alessandro Licheri, il presidente Fasi Serafina Mascia e il presidente onorario Fasi Tonino Mulas.


Sabato ore 18,30

- In ricordo di uno più illustri soci del Gremio, Gavino Gabriel, l’usignolo della Sardegna fondatore della Discoteca di Stato, a cura del Coro Gavino Gabriel di Tempio e del suo direttore Giuseppe Sotgiu.


Sabato ore 19.30

- Anteprima del premio letterario Alghero Donna che Neria de Giovanni presenterà a Roma, in collaborazione con “Salpare” e il Gremio, nel corso del mese di novembre.

- Anteprima della Mostra, ideata ed organizzata dai Giovani del Gremio  “Lontano da dove – uno sguardo sulla scena artistica sarda contemporanea”, che si terrà al Museo Macro – La Pelanda dal 14 al 29 novembre e in cui 8 giovani artisti sardi lontani dalla Sardegna presenteranno alcune loro opere.

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Domenica ore 10

“Dorgali e le sue meraviglie” con il sindaco Angelo Carta, l'assessore al Turismo Stefano Lavra e il direttore dell'Acquario di Dorgali Flavio Gagliardi.

A seguire Presentazione del Progetto “Dorgali per il Brasile”: padre Erittu

per la costruzione di un centro per i bimbi abbandonati.

Degustazioni con i deliziosi sapori di Dorgali: i formaggi della Cooperativa Pastori; i dolci di ESCA e di Mulas, i vini della Cantina Sociale e di Berritta.

In permanenza nella tre giorni mostra mercato dell’Arte Orafa di Nieddu



Domenica ore 11

Premio L’Isola che c’è – Sardegna incontra Roma - 2012” .

Un  piccolo sardo, ora  povero, malato e dimenticato, che nel giugno dell’81 fece concretamente e generosamente incontrare la Sardegna con Roma, e al quale  “L’Isola che c’è” assegna e consegna il premio 2012: Angelo Licheri, l’eroe di Vermicino, 45 minuti a testa in giù, nel tentativo non riuscito di salvare Alfredino Rampi dal pozzo che l’ha inghiottito per sempre. Proiezione  di un documentario sulla vicenda.


Domenica ore 12

Celebrazione della Santa Messa dei Sardi presso la Chiesa Parrocchiale S. Maria del Rosario in Prati, Via degli Scipioni/via Germanico, officia il parroco padre Graziano Lezziero, accompagna la funzione il Coro Gavino Gabriel di Tempio


Domenica ore 15.30

Canta Sardegna Canta di Antonio Coloru, con Cristina Vera Diaz e il Coro Gavino Gabriel.


Domenica ore 17

presentazione del libro di Giovanni Floris

- “I Decapitati / Perché abbiamo la classe dirigente che non ci meritiamo”. L’autore ci racconta i percorsi irresponsabili e disinvolti di tanti troppi uomini di potere ai giorni d’oggi. Ne discutono Paolo Galdieri (docente di procedura penale-unitelma /La Sapienza), Giovanni Floris (conduttore Ballarò), Eugenio Albamonte (Magistrato), modera Vittorio Amedeo Alessio (Gruppo Poste Italiane, pianificazione strategica).


Domenica ore 19

- La poesia in romanesco si confronta con la poesia in limba, a colpi di sonetti ed ottave e non solo, con i versi di Mauro Felici e di Antonio Maria Masia.


Domenica ore 20

Saluto finale da Gia e Gremio


Mostre ed esposizioni  all’interno di alcuni stand
:

“Pane e Vino”: Il Museo del Grano, del comune di Ortacesus, dal seme al pane ed alla pasta  per un’alimentazione sana e naturale, con la presenza del Sindaco Fabrizio Mereu. Degustazione di Vini sardi.

Il Parco Geominerario, le fatiche anche odierne dei minatori e le potenzialità turistiche di un territorio affascinante e la  proiezione del film documentario del regista Gianfranco Cabiddu sui i luoghi delle miniere.

- Gruppi di operatori turistici, presentano la loro offerta, quale importante risorsa dell’economia della Sardegna da valorizzare sotto ogni aspetto: Isola Rossa, Costa Paradiso, Badesi, Chia, Dorgali e Barbagia di Seulo.

Il nostro socio Leandro Serra espone  le sue  opere pittoriche.

Nel corso della 3 giorni, durante convegni e proiezioni saranno offerti i vini delle Cantine di Dorgali, Dolianova e Santadi.


Area Espositiva

Davvero straordinaria l'esposizione per la degustazione e la vendita dei prodotti di eccellenza della Sardegna, curata da GIA e Sardegnatavola

· Magical Sardina, una selezione di prodotti di nicchia

· Il Pane e la filiera del grano del Museo di Ortacesus

· Le Birre artigianali dell'Ogliastra del Birrificio Lara di Tertenia

· Il Pane Carasau del Nuorese (su Cantaru di Teti)

· Il Torrone Pili di Tonara

· I Sottoli e i prodotti della terra di Sanluri (S'Ottu)

· Gli splendidi Coltelli dell'artigiano Monni di Sinnai

· Gli inimitabili Tappeti del territorio di Austis presentati da Nova Artec

· Le meraviglie della Comunità Montana del Sarcidano e Barbagia di Seulo e quelle di Dorgali

· Il Pane e la filiera del grano del Museo di Ortacesus

· Dal Mirto alle straordinarie piante della Sardegna di Floragricola Rocchi di Sassari

· I BRINDISI  nell'Area Convegni e Ospitalità delle Cantine di Dorgali, Dolianova e Santadi

 

E poi

le meraviglie dei territori dell'isola e dell'ospitalità di eccellenza dei gruppi alberghieri Delphina, Hotel Parco Torre Chia, e gli itinerari selezionati da Dedoni Turismo,

i percorsi del Trenino Verde e del Parco Geominerario Storico Ambientale della Sardegna,

le opere d'arte degli artisti sardi.

E l'esclusiva maglia ricordo de “L'isola che c'è”, con l'omaggio delle riviste Sardegnatavola e ViaMare e di altre opere della Sardegna.

 


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Alice's Wonderland

"Alice's Wonderland"

opera per voci bianche e ensemble orchestrale di Gianluca Erriu

 

Roma  -sabato 1° settembre 2012  - ore 21.00

presso il Teatro dei Comici,   Palazzo Santa Chiara,   Piazza di  Santa Chiara 14


 

"Alice's Wonderland", in 1° assoluta a Carloforte il 4 agosto, e in replica a Roma il 1°settembre, è un'opera liberamente tratta da un racconto di Lewis Carroll.
Ha per protagonisti i numerosi personaggi della storia, interpretati dagli allievi dell'International Opera Academy, sede di Iglesias, dell'Ente Concerti Città di Iglesias, 9 voci bianche che impersonano gli aspetti più comuni, paradossali, fantasiosi della vita.
Nella replica romana il pianoforte di Gianluca Erriu sarà accompagnato dal sax di Gabriele Buonasorte e dall'arpa di Anna-Livia Walker, in un susseguirsi fantasioso tra personaggi in scena, musica, video.
Le canzoni sono state create appositamente per le potenzialità vocali delle giovani voci, e le caratteristiche musicali valorizzano gli aspetti concettuali dell'opera.

"Alices' Wonderland" è una delle poche opere di genere fantastico per voci bianche, una rarità nel panorama italiano e sardo. I testi in italiano e in inglese, la musica, l'orchestrazione, la sceneggiatura originale sono firmati dal M° Gianluca Erriu.

Nel 1928 il manoscritto della prima versione di "Alice nel Paese delle Meraviglie" viene venduto all'asta. Da questo fatto storico realmente accaduto comincia l'opera di Erriu che vede Alice rivivere un'ultima volta con gli occhi da bambina il suo "posto delle fragole".
Alice ha coscienza della natura fiabesca di Wonderland, e sviluppa la propria identità differenziandosi progressivamente dalla protagonista del racconto. Le due Alice dapprima occupano lo stesso spazio scenico per poi separarsi dal mondo fantastico.
La sceneggiatura suggerisce diverse chiavi di lettura: l'acquisizione di una nuova coscienza di sé e di poter incidere sulla realtà, le incognite dell'età adulta, l'elaborazione del senso di perdita, i paradossi e l'illogico che permeano la vita reale così come l'immaginario.
La domanda "Who are you?" ("Chi sei tu?") assume un ruolo importante nel filo conduttore fantastico e nella continua ricerca della propria identità. Alice gradatamente si distacca dal "suo" Wonderland, assume una vera consapevolezza di sè e, da protagonista, diventa semplice spettatrice del racconto. Alla fine, anche i personaggi riconoscono il proprio ruolo e la lasciano andare con un silenzioso "noi ci saremo per sempre, ma ora è tempo di svegliarsi".
Geniale la co-presenza in scena di Alice della favola e di Alice Liddell a cui l'autore Lewis Carroll offrì in dono il prezioso manoscritto.

Il pensiero razionale si alterna al pensiero magico, in un linguaggio comunicativo semplice e di immediata comprensione, con un incedere a volte lento, a volte aggressivo, del tempo fantastico.

Attraverso i nonsense e i paradossi Alice scopre la possibilità di scegliere cosa diventare una volta adulta, esplorando le idee e i concetti del viaggio, del sogno, del demiurgo, del sé, dell'educazione, ed in particolar modo la grande rivelazione di un'età, l'infanzia, quale percorso attivo di scoperta, di apprendimento, e quindi di "passaggio dalla condizione di bambino a quella di adulto".

Domande/problema che affiorano, senza soluzione di continuità e di presunzione di risposte rendono lo spettacolo una profonda ricerca del sé, in contrasto con la leggerezza dei canti e dei recitati, accompagnati da armonie complesse, da liriche ricercate e interazione tra emozioni strumentali e sceniche.

Nel racconto paradossale del regista e compositore il nonsense inglese di Lewis Carroll si esprime con giochi di parole e indovinelli e doppi sensi, di cui Alice non comprende il significato. Personaggi come il Cappellaio Matto o il Dodo (l'uccello estinto) esprimono concettti con premesse senza senso, e quindi non supportati da logica. Anche la presenza del Gatto del Cheshire persiste anche quando tutto sparisce, con i suoi sinuosi movimenti e ammalianti miagolii che salutano e attraggono Alice in un mondo che capisce non essere più parte della sua realtà.
"Se non c'è significato, sapete, ci risparmia un sacco di fatica, così non dobbiamo trovarne uno", "Prima eseguiamo la sentenza, il verdetto verrà dopo!". Le frasi dal Re e dalla Regina risultano esercizi mentali che fanno riflettere, richiamando l'attenzione verso realtà costruite su paradossi, ma alle quali l'adulto sembra legato nel suo vivere quotidiano. Occasioni per riflettere, dunque, su quando l'uomo sia avvinghiato a retaggi, a culture, a certezze senza la capacità di individuarne il nonsenso, il paradosso.
Attraverso la favola, il compositore mette in luce l'incapacità dell'uomo di sottrarsi al proprio destino, di operare scelte, di percepire l'inganno e di adeguarsi, sempre e comunque, ad una realtà che non è reale, come quando Alice dice ai due Tweedle: "Non siete neanche parte di questa storia!", la stessa Alice viene scossa dalla risposta dei due: "Ma neanche tu, mia cara!", come una improvvisa rivelazione in grado di farle comprendere che si era lasciata andare al sogno, le sabbie melmose della fantasia l'avevano sottratta alla sua realtà, immergendola in un limbo immaginario.
"Sappiamo di avere a che fare con l'irreale, con l'illogico, con il paradosso ma, nonostante questa certezza, a volte portiamo avanti la nostra vita costruita su premesse surreali", sembra questo il filo conduttore enfatizzato dal regista, in un rincorrersi tra gioco infantile e sfumature di realtà che ognuno di noi ha costruito per sé, e che stridono, a volte con toni di acceso scontro, con l'interpretazione degli altri.
La struttura onirica dell'opera viaggia tra i sogni, in un magma di ridotta razionalità e coscienza, un intreccio tra ricordo della vita reale e accettazione del fantastico.
In un susseguirsi di strani incontri con i numerosi personaggi, le due Alice interagiscono tra loro, con sorpresa, con gaiezza e incredulità, si incontrano, dapprima una di fronte all'altra, come in uno specchio, poi, nell'epilogo dell'avventura, si commiatano con un lieve inchino, un omaggio a sé stesse e al pubblico.

 


 

 

Ulisse es’toccheddande

 

 

( a cura del Gremio dei Sardi e della Nur )

 

Voglio iniziare il mio odierno, piccolo ma intenso viaggio con questa bella persona, con questo splendido poeta, che è Pietro Sotgia, ricordando  i versi che il sommo poeta Dante Alighieri attribuisce, nella Divina Commedia, al suo grande e mitico navigatore di esperienza e conoscenza, al suo Ulisse.

Il re-eroe d’Itaca, dopo il suo rientro a casa intraprende un ulteriore viaggio alla scoperta di orizzonti occidentali e, lasciato il dolce figlio, il vecchio padre e l’amata Penelope,  si rivolge ai nuovi compagni di viaggio, al fine di incoraggiarli e seguirlo nella impossibile sfida verso il mare sconosciuto, oltre le Colonne d’Ercole, dopo aver superato le coste del Marocco  e l’Isola dei Sardi, con queste famose parole: “considerate la vostra semenza/fatti non foste a viver come bruti/ma per seguir virtute e conoscenza”

Anche il nostro poeta di Dorgali, con il suo Ulisse, ci chiama a un nuovo viaggio ed al riscatto, bussando alla porta del nostro cuore, dei nostri pensieri, perché ci si apra alla conoscenza, al prossimo, alle cose e alle  persone,  le più lontane  e diverse da noi.

Ulisse es toccheddande, Ulisse sta bussando…ecco  il verso che dà inizio alla sua Antologia, fortemente voluta e curata dai suoi due giovani amici dorgalesi, estimatori ed  innamorati da sempre della sua poesia, Tonino Fancello e Felì Secci, la moglie di Tonino  scomparsa, ancora giovane, nel 2002, ma non prima di aver scritto la bellissima e coinvolgente prefazione che  “ri-suona”, ora,  come un regalo del cielo.

Bastano questi versi iniziali per cogliere una prima chiave di lettura e per entrare nel mondo e nei pensieri  di Pietro,  per assaporarne l’emozione, la forza e la tenerezza.

Pietro è emozione, è forza, è tenerezza. Un poeta di grande spessore, capace veramente di commuoverci per aprirci verso sentimenti di solidarietà, di tolleranza, di rispetto e di  amore. Lui ci ricorda continuamente il monito dantesco per la conoscenza.  Posso, con questo ardito riferimento, correre il rischio di essere considerato  eccessivamente benevolo nei confronti di questo Poeta, che stimo fortemente da tempo, ma non essendo  un critico letterario, ma solo un appassionato e innamorato  della poesia, è un rischio che voglio correre e per il quale sarò  certamente perdonato.

Nella poesia di PIETRO SOTGIA ho trovato, e sono certo  anche Voi troverete, quei sentimenti normali, semplici ed umani ai quali spesso ci richiamiamo e che vorremmo ci accompagnassero sempre: l’amicizia sincera, l’affetto,  la pace e l’amore verso il prossimo, il rispetto per la natura anche per le più piccole ed umili cose, il fiore, i colori, il filo d’erba, gli animali, l’acqua, il sole la luna, il vento. C’è    in lui un amore francescano per la Terra e per tutto ciò che sulla terra esiste che ci emoziona e  ci rafforza.  In sintesi  la cifra poetica di Pietro

Lui ci propone, continuamente e delicatamente, con tenerezza, i veri valori della vita, senza far ricorso a concetti troppo complicati, e ce li propone con versi preziosi e distillati da una antica saggezza, in sardo ed in italiano, indifferentemente. E sono versi  che vanni diritti al cuore, che ci interpellano, che ci interrogano, chi nos toccheddana su coro. Versi a volte amari, perchè descrivono la  sofferenza il  dolore, le fatiche dell’esistenza, del quotidiano, versi  a volte dolci come una carezza, come una brezza a beranu .

 

(Antonio Maria Masia )

 

 

Ulisse es’toccheddande...

In sos campos predosos

caddos han curtu un’istoria ligà

e frottas de massajos chene pane

han sighiu chimeras in s’aèra.

In millennios de mùtria

han fattu estas a deos istranzos

precadorande in limbazzu ‘e teracos,

trazzande una miseria ‘e vida,

e-i sa dignidade ‘e s’anima

catticà da-e millennios d’oscuridade.

Ma cale notte de’ durare eterna?

E cal’ispada dè truncare sa oche

chi oje s’es pesand’in sos desertos

surcaos solu da-e arador de ocu?

Custa terra ded’istender in su mare

sor brazzos de una mamma chen’edade,

naschinde a un chelu non connottu;

sor frores appassios,

in tumbas chene lumene,

han a mandare ischintiddas de ocu:

Ulisse es’ toccheddande…

e chere’ponne pè in custa terra.

E… po sa prima orta

had’a tremmere Antinoo

a su tessinzu d’una tela noa.

 

 

 


Pietro Sotgia - Tonino Fancello


Campidoglio, Sala Pietro da Cortona


Tonino Fancello - Pietro Sotgia - Gemma Azuni


Vincenzo Loi - Pietro Sotgia - Tonino Fancello - Gemma Azuni

Vincenzo Loi - Antonio maria Masia - Pietro Sotgia - Tonino Fancello - Gemma Azuni

Antonio Maria Masia - Ilaria Onorato

 

 

 

 
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